INTERVISTE AI MECCANICI DEL MX: DENIS GOBBIN

Per la serie di interviste ai meccanici del mx, oggi facciamo un pò di domande a Denis Gobbin, da anni meccanico dei piloti del team Martin Racing Technology.


Il 27enne veneto, abita proprio nel paese della sede di Martin, Mellaredo di Pianiga (TV), è uno dei ragazzi più disponibili e simpatici del paddock. Il suo sogno nel cassetto è quello di arrivare a gestire un team, magari proprio il Martin racing. Una squadra a cui è molto legato e in cui crede molto.

 

Qual’è l’attrezzo che usi più di tutti, di cui non potresti farne a meno? 
L’attrezzo che uso di più è la chiave a T da 8mm, sempre pronta nel marsupio. Ora poi, che nella nuova CRF450 la sella è fissata con due viti esagonali con testa da 8, sicuramente ce l’avrò sempre in mano.

Come si è evoluta la tua attrezzatura dagli inizi?

L’attrezzatura , nel mio caso, non si è evoluta molto. Fortunatamente, nel garage di famiglia, ho sempre avuto una buona officina molto fornita di nuovi attrezzi dove mio papà mi preparava la moto quando correvo io. Diciamo che la chiave dinamometrica è un attrezzo più costoso che ho iniziato ad utilizzare frequentemente nel team Martin.

Denis impegnato in pista nella stagione 2020

Come si è evoluto il tuo lavoro da quando hai iniziato? 

Ho iniziato questo lavoro nel 2013, inizialmente lavavo solo le moto e cambiavo gomme. Poi con tanta passione e fortuna, ho migliorato le mie capacità ed ora sono in grado di gestire una moto da gara quasi interamente. La fortuna più grande è stata quella di aver sempre avuto al mio fianco meccanici e piloti molto esperti e validi, dai quali ho imparato molto.
Negli ultimi 5 anni collaboro, oltre che con Maurizio Martin anche con Mauro ed Andrea, due persone molto capaci e di grande esperienza nel loro settore. Spero di imparare il più possibile da Mauro, poichè il settore delle sospensioni mi affascina molto.

 

Prima di far parte del team Martin di chi eri il meccanico?
Prima di entrare nel team Martin Racing Technology, facevo parte del team Jtech Honda. All’interno di questo team ho imparato molto; Gabriele (Rinaldi) e tutta la sua equipe erano molto disponibili, ma non smetterò mai di ringraziare Iller Aldini per tutti gli insegnamenti dati. Insegnamenti tecnici e non, una grande persona, la quale ha portato molta pazienza nei miei confronti poichè agli inizi faticavo molto in questo lavoro! Oltre che studiare ciò che Aldini faceva, ho cercato di imparare il più possibile anche dal mio collega Antonio Tiveddu. Molto preciso ed astuto, cosa non da sottovalutare in questo lavoro!

Come ti sei avvicinato al mondo delle moto? 

“Nel mondo del motocross sono entrato nel 2001 quando mio papà mi ha comprato la prima moto, un HM 50. Da allora ho sempre corso fino al 2012, quando mi sono rotto il secondo ginocchio in una brutta caduta. Ho deciso di smettere di correre, e dopo aver finito gli studi ( Istituto Tecnico di Chimica ), ho iniziato subito a seguire le gare come meccanico. Poi incontrare Klemen Gerčar, il quale mi ha accettato come suo meccanico, è stato il mio trampolino di lancio. Poverino, quante ne ha passate con me, ma siamo ancora molto amici. È stata una grande fortuna anche la vicinanza con Maurizio Martin, il quale mi ha sempre trattato come un figlio.”

Che altri lavori hai fatto prima di fare il meccanico?

Prima di lavorare come meccanico studiavo, gli unici lavoretti che facevo erano tagliare l’erba per qualche amico di mio papà, e raccogliere il tabacco in una coltivazione vicino casa. Mi sono divertito molto, sempre sporco di terra, come adesso devo dire ????.

Com’è il rapporto con il tuo pilota? 

“Ritengo il rapporto con il proprio pilota una cosa fondamentale. Ho imparato molto da tutti i piloti che ho seguito fino ad ora. Nel 2021 tornerò a seguire Filippo Zonta, un bravissimo pilota nel quale credo molto. Abbiamo già lavorato insieme negli scorsi anni, quindi partiamo avvantaggiati! Siamo molto amici oltre che colleghi di lavoro. Si sta davvero bene insieme al Puma!”

Di cosa ha maggiormente bisogno il tuo pilota?

“Conosco Zonta dal 2016, quando è venuto a fare i test mentre ero nel team Jtech, poi durante il 2017 è stato “compagno” di squadra di Michele Cervellin! Lavoravamo comunque sempre insieme tutti quanti! Quindi ormai credo di sapere di cos’ha bisogno Filippo, deve divertirsi e correre senza preoccupazioni! Deve sfruttare al massimo la sua grande dote tecnica. Quest’anno con la 450 ci divertiremo sicuramente!”

Cosa significa per te fare il meccanico di motocross?

Fare il meccanico di Motocross per me non significa smontare un motore, o saper cambiare un pistone in tempi record!
Significa far crescere i piloti del team insieme a tutta la squadra; e divertirsi! Insieme a Michele Cervellin ed Alex Zanni , ho imparato che il meccanico non deve essere capace solo di preparare la moto, ma deve saper fare molte più cose di quello che una persona comune vede da fuori!

Grazie per il vostro tempo, ci vediamo in pista !!”

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