A RUOTA LIBERA #4 – LA SICUREZZA NEGLI IMPIANTI 2° PARTE

Quarto appuntamento di “a ruota libera”, continuiamo sul tema sicurezza negli impianti di motocross. Un problema di non semplice soluzione.


 

A scrivere in questa rubrica ospitiamo Ezio Cassiani, presidente del Motoclub la Quercia di Castelvetro (Mo) e gestore dell’MX Park la Barbaiola. Leggete QUI LA SUA INTERVISTA DEL 2017 sul sito MotocrossRomagna.it.

 

Proseguiamo la nostra rubrica sul tema sicurezza. Abbiamo raccontato un pò quello che pensi sul tema sicurezza e lo abbiamo diviso in più puntate per dare a tutti la possibilità di pensare ed esprimere le proprie opinioni.

Si abbiamo fatto bene, innanzi tutto ringrazio tutti per i commenti e sono sempre più convinto che solo parlandone si può migliorare. Quello che penso io non è il vangelo, ma sono riflessioni ragionate su molti aspetti, sicurezza va di pari passo con la sostenibilità economica per arrivare a questo. Ci sono moltissime realtà di impianti sul nostro territorio, la minoranza sono commerciali altri più alla “vogliamoci bene fratelli” ovvero alle origini del nostro sport, vedi alla voce PASSIONE.

Questi appassionati gestiscono impianti grandi e piccoli e molti sono meno pericolosi di quelli commerciali. Se vogliamo che questi continuino il loro lavoro utile per la diffusione del nostro sport, dobbiamo conoscere ognuna di queste realtà. Una buona analisi sul territorio per capire le varie realtà e dare a loro regole mirate alla sopravvivenza. Ciò non toglie che una sicurezza minima in base al tracciato ci deve essere a prescindere dall’ente “sportivo”. Per questo dico un unico ente omologatore per tutti.

L’impianto, chiamiamolo di periferia, da la possibilità a chi non ha la fortuna di avere un genitore o parente appassionato, di avvicinarsi al motocross se non si può spostare autonomamente. Succedeva cosi con i pistini abusivi quando ero ragazzo io, grazie a quelli noi sognavamo.

Poi pian piano si faceva il passo della licenza e tutto il resto. Oggi ci sono piste perfettamente in regola con gli standard di sicurezza che offrono questo servizio e anche di più, ma per vari motivi con pochi praticanti e a certe regole non riescono a starci. Se li vogliamo dobbiamo scrivere regole mirate.

 

Continuiamo il nostro discorso sicurezza, dimmi le cause della cadute più frequenti quali sono?

Generalmente sono la velocità troppo elevata, i salti, l’afflusso di piloti di varie capacità in pista. Premetto una cosa, negli ultimi 10 anni abbiamo tutti, chi più chi meno, reso i tracciati meno tecnici, ma il risultato è stato meno tecnica acquisita nei praticanti.

 

Ma la tecnica serve anche a chi lo vuole fare solo per passatempo?

Un minimo di tecnica serve a tutti, soprattutto nei tracciati apparentemente facili, per vari motivi diventa più difficile e li se ce l’hai ti salvi altrimenti sei a rischio. Nei tracciati tecnici, se non hai tecnica per assurdo rischi meno, visto che il tracciato non ti da possibilità di esagerare anzi sei più sicuro, magari meno contento questo sì.

 

Se tu dovessi riscrivere le regole casa faresti?

Innanzitutto non terrei conto della velocità media (65 km a mio avviso ci sta), ma di quella più alta. Questa va considerata dove avviene se su un piano, falso piano o discesa e si raggiungono velocità ritenute a rischio e soprattutto in presenza di piccole, medie asperità e salti affrontati a velocità sostenuta, li vanno abbassate. Se la stessa si presenta su una salita importante, li bisogna ragionarla visto che togli il gas e sei fermo, ciononostante se due si agganciano diventa un problema.

 

Come si può intervenite in modo rapido?

Come ho scritto la volta scorsa in primis modificherei quelle che ne stanno facendo troppi e li il risultato c’è ed è abbastanza immediato, il resto è ripensare a nuovi tracciati e soprattutto per praticanti di livello medio bassi.

La moda del tracciato poco tecnico che poi lo diventerà in gara per la lavorazione del terreno a mio avviso non funziona. Il tracciato deve essere tecnico anche se è liscio e senza buche, poi la lavorazione del terreno sarà un valore aggiunto di tecnica.

 

Sento molte persone che dicono che lasciando buche e canali il rischio diminuisce perchè si rallenta la velocità…

In parte si, dipende come sono le buche, se importanti sicuro che le abbassano, ma se sono piccole o poco più su un tratto veloce a mio avviso aumenta il rischio e basta. Sul canale ho dubbi quando diventano duri se il terreno non è sabbia, in curva e non troppo pronunciati ci stanno, se un tratto veloce e rettilineo sono pericolosi.

 

Notiamo che negli ultimi anni, molti praticanti si cimentano più al motocross come svago e tempo libero anziché nelle gare e nei campionati…

Si è in aumento e ci sta che diventi un buon passatempo come tanti altri. Per queste persone che vogliono solo divertirsi senza stress fisico, con poche spese i tracciati li terrei anche con poche asperità ma con velocità massima contenuta, salti affrontabili. In buona sostanza questi tracciati per praticanti medio bassi devono essere pensati e costruiti nel modo giusto.

 

Ormai si raggiungono velocità esagerate nella maggioranza delle piste è vero?

Si la barriera dei 100 km/h è stata superata.

 

Un ultima cosa, dimmi cosa intendi per tecnico

Tecnico non vuol dire per forza pericoloso. Il tecnico deve fare la differenza con chi ha esperienza e preparazione, ma non per questo deve mettere in pericolo chi non ha queste qualità. Oggi si cade molto di più su piste che ti portano al limite velocemente a prescindere da esperienza, capacita e preparazione.

 

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