A RUOTA LIBERA #3: LA SICUREZZA NEGLI IMPIANTI DI MOTOCROSS

Terzo appuntamento con la rubrica “a ruota libera”, continuiamo a parlare di sicurezza e più nello specifico negli impianti di motocross. Oggi sotto attenzione per i tanti incidenti accaduti negli ultimi mesi.


 

A scrivere in questa rubrica ospitiamo Ezio Cassiani, presidente del Motoclub la Quercia di Castelvetro (Mo) e gestore dell’MX Park la Barbaiola. Leggete QUI LA SUA INTERVISTA DEL 2017 sul sito MotocrossRomagna.it.

 

Continuiamo la nostra discussione e oggi parliamo di un tema molto importante, il circuito. Sono alcuni anni che ne parliamo e oggi più che mai si sta muovendo qualcosa di concreto, tu cosa ne pensi?

La Federazione mi sembra sulla strada giusta e nonostante non sia assolutamente facile cercare soluzioni funzionali, anche di carattere” meno solido” come pali e reti particolari, la volontà e le persone ci sono.

Ho ascoltato e letto quello che vogliono fare e condivido quasi tutto. Se dovessi essere io il 1° Gennaio 2020 ad occuparmi della cosa, la priorità la metterei sul ridurre gli infortuni in modo considerevole, il resto viene di conseguenza. 

Spiegami quale sarebbe la tua soluzione…

Cercherei di individuare i circuiti che nel 2019 hanno avuto più infortuni tramite l’assicurazione. Darei mandato al tecnico omologatore di fare un sopralluogo e individuato i punti o il punto in questione, obbligherei a fare le dovute modifiche. Solitamente si cade sempre negli stessi punti.

Sempre se fossi io chiaramente, cercherei di avere un unico ente che si occupa delle omologazioni per tutti (enti di promozione sportiva compresi). Ogni circuito deve comunicare l’infortunio evidenziando sul disegno del tracciato il punto preciso della caduta. Di conseguenza poi sarebbe da fare un eventuale modifica. Cosi facendo abbiamo dati reali che a sua volta il tecnico può usare quando si presenta per l’omologazione annuale o si voglia verificare per un eventuale segnalazioni di troppi infortuni. Anche qui una collaborazione con l’assicurazione non sarebbe una brutta idea.

Questo è quello che farei subito e ti spiego il perché, innanzi tutto nessuno può giudicare anche girandoci se un tracciato è pericoloso o meno, lo è solo documentando la sua storia e se non la documenti vai solo per sentito dire. Molti praticanti soprattutto di livello medio basso, giudicano un tracciato più o meno pericoloso solo per il semplice fatto se riescono a girarci oppure no e questo non è attendibile. 

Se ho capito bene nel 2021 avremmo tutte le documentazioni reali per partire con le omologazioni “mirate” o meglio personalizzate. Che ci si voglia credere oppure no è la prima cosa da fare, creare la storia del circuito per quanto riguarda gli infortuni, tutto il resto viene dopo.

Però bisogna andare avanti con la ricerca su tutti i fronti?

Certo la ricerca su materiali per la protezione dei piloti, nuovi metodi per costruire nuovi tracciati, pali e reti di materiali meno rigido, tutto è indispensabile per la sicurezza, ma prima bisogna modificare i tracciati che fanno troppi infortuni. E ricordiamoci sempre che l’infortunio che non vorremo mai avere può capitare su tutti i circuiti.

 

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