A campionati conclusi ormai da più di un mese, torniamo su un argomento spinoso ovvero quello dei costi di una stagione nelle categorie minicross e 125 under 17.
Un argomento molto complesso e articolato, che abbiamo voluto affrontare per capire un pò di più cosa serve per scalare le classifiche del nostro sport.
Partiamo dalla premessa che non vogliamo essere detentori della verità assoluta: il nostro articolo si basa su un piccolo sondaggio fatto tra una parte di addetti ai lavori e non può ovviamente includere tutte le casistiche che emergono nell’ambiente.

Una stagione completa tra Campionato Italiano Junior e Campionato Regionale significa circa 10-15 gare di base. Se aggiungiamo il Campionato Europeo e la Rookies Cup, anche per la classe 85 si arriva a circa 20 gare.
Partiamo dalla cosa principale: l’acquisto della moto. I listini delle moto più diffuse recitano 6.000 € per una 65cc, 7.200 € per una 85cc e fino a 10.000 € per il modello 125.
Passiamo alla preparazione della moto, ormai un elemento imprescindibile per competere ai massimi livelli nei vari campionati. Alcuni tra i preparatori più noti a livello nazionale hanno prezzi che variano dai 1.500 ai 2.500 € per le moto 65/85 e 125, comprensivi di materiale e manodopera specializzata. Il lavoro comprende tutta la parte meccanica delle moto compresa la sostituzione della centralina.
Con l’avanzare della tecnologia e dell’ elettronica al giorno d’oggi esistono strumentazioni di alto livello di precisione per effettuare le modifiche derivate dalle competenze di ricerca e sviluppo, confermate da banchi prova statici e dinamici sempre più evoluti per simulare la realtà.

foto: DCR development
Per le sospensioni si parte da circa 500 € per la preparazione del materiale di serie (con costi di manutenzione periodica attorno ai 300-400 €), fino ad arrivare a spendere più di 4.000 € per acquistare mono e forcelle, più forcellone allungato e piedini rialzati per la moto da 65cc.

Teniamo conto che, per una stagione con gare di alto livello (Italiano ed Europeo), una sola moto non è sufficiente, soprattutto per evitare di compromettere una gara a causa di una grossa rottura.

Un altro capitolo importante di spesa sono le trasferte, diventate da questa stagione un argomento ancora più spinoso vista l’aggiunta di gare in calendario nell’isola sarda (nel 2025 Riola, nel 2026 Alghero). Si può arrivare a 6.000-7.000 € per le trasferte del Campionato Italiano, a cui vanno aggiunte le eventuali prove dell’Europeo, raggiungendo facilmente i 13.000-14.000 € a stagione.

Sono sempre più diffusi gli allenatori anche nell’età dei mini, e qui il costo è molto variabile: dipende da quanti piloti vengono seguiti nello stesso momento o se si tratta di un lavoro personalizzato. Si parte da circa 50 € per una singola giornata di allenamento, a salire.
Il budget minimo per una stagione si aggira attorno ai 20.000 €, aumentando ovviamente in base alle possibilità economiche dei singoli e al modo in cui si intende affrontare il tutto.

La domanda che ci poniamo è: tutto questo è sostenibile?
Nel motorsport si sa che la voce “costi” non è certo tra le più basse rispetto agli altri sport, anzi. Ma non si dovrebbe incentivare l’accesso anche a chi ha meno possibilità, per potersi mettere in mostra e dimostrare il proprio valore?
Non parliamo delle categorie superiori (quando si passa ai 4 tempi i costi aumentano esponenzialmente) o di chi ha ambizioni europee. Le categorie di ingresso (vedi Debuttanti e Cadetti), dove i ragazzi devono divertirsi in primis, non dovrebbero, a nostro avviso, richiedere moto iperpreparate: si dovrebbe cercare di contenere i costi il più possibile.

Alcuni piloti hanno dovuto rinunciare a disputare una delle tre finali, rimanendo così fuori dalla top ten della classifica finale. La gara di Riola Sardo 2025 e quella di Alghero 2026 hanno i loro rovesci della medaglia: da una parte vanno incontro ai piloti dell’isola, costretti ogni volta a prendere il traghetto; dall’altra sfavoriscono la maggioranza degli altri piloti con meno possibilità economiche.
Un altro appunto, qui però entrano in gioco altri attori e non può decidere la sola Federazione, riguarda la possibilità di riproporre i trofei monomarca. Quanti dei top rider attuali e del passato sono passati dal Trofeo Lem Minicross all’inizio della loro carriera? Ve lo ricordate?
L’idea che portiamo avanti da un po’ di tempo è anche quella di separare i campionati. Siamo certi che fino ai 12 anni la maggioranza dei ragazzi sia in pista per divertirsi e, giustamente, non abbia l’esperienza dei più grandi. Invece, dalle categorie Senior alla 125, il discorso cambia e anche la preparazione delle piste dovrebbe andare a un livello superiore, quello riservato al Campionato Pro Prestige.
Un passo avanti è stato fatto quest’anno e verrà riproposto nel 2026: l’introduzione della Rookies Cup anche per la classe 85 all’interno del weekend del massimo campionato tricolore.
Nella separazione dei campionati entrano poi in gioco i promoter che, come sappiamo, sono distinti tra loro e le dinamiche dietro le quinte non ci sono note.
Concludendo, non siamo qui a criticare l’operato dei massimi organi federali: il movimento junior è sicuramente cresciuto negli ultimi anni grazie al continuo apporto del settore tecnico. A tal proposito abbiamo realizzato un’analisi con i vari responsabili in QUESTO ARTICOLO, al termine dei Campionati Europei 2025, che hanno visto i nostri piloti protagonisti assoluti nella classe 125.

Francesco Assini sul podio Mondiale
Con qualche altro aggiustamento siamo sicuri che il movimento non potrà che trarne un ulteriore positivo beneficio.






